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STADIO OLIMPICO: Si respira un’aria diversa dal solito intorno all’Olimpico. La Lazio Basket in carrozzina entra nello stadio dove vede giocare i propri beniamini, è una grande Festa a sfilare ci sono tutte le sezioni della Polisportiva Lazio.

Dove guardi guardi vedi volti ed occhi lucidi a ricordare la nostalgia, commozione e passione.
La rappresentanza della Lazio Basket in Carrozzina con Damiano D’Ubaldo che porta la bandiera della squadra, a seguire Alessio Torquati nuova leva della squadra, Alessandro Boccacci e Andrea Trulli a seguire Marco Biancolini e il Presidente Moreno Paggi che si guarda i suoi ragazzi sfilare avanti a 65mila persone; che spettacolo.

Scenografie da urlo sia in Curva Nord che in Curva Maestrelli, un colpo d’occhio così era da tempo che non si vedeva. Circa dieci anni, dai tempi dell’ultimo scudetto laziale. Era il 2000 e a quei tempi vedere l’Olimpico pieno era consuetudine. Un po’ meno oggi, con la crisi di affluenza che colpisce praticamente tutti gli stadi europei (vedi partite di Champions con stadio mezzo vuoto) e la Lazio in particolare. Già, perché nella Roma biancoceleste ormai c’è un tifo di nicchia, per pochi intimi. Poco meno di diecimila persona, in media, hanno assistito alle ultime partite di campionato della squadra di Reja. Colpa dei risultati non certo esaltanti e, soprattutto, della contestazione nei confronti del presidente Lotito. Storia nota, ormai.

Ma questa sera c’è poco spazio per le proteste. Nella manifestazione “Di Padre in Figlio”, si festeggia un evento che ha cambiato per sempre la storia della Lazio: i quarant’anni del primo scudetto, quello del 1974. Quello di Maestrelli, Chinaglia, Wilson e tutto il resto di quella banda di matti che ha permesso al club più antico della Capitale di riscattare una storia calcistica fino a quel momento priva di grandi acuti. Ma non è stato tanto il titolo in sé per sé a far imprimere in maniera indelebile quelle immagini nel cuore dei tifosi. Il 12 maggio 1974 ha dato orgoglio e fierezza a una tifoseria, ha dato valore al concetto di “lazialità”, incarnata alla perfezione da quella squadra “calci e pistole”. Emozioni, sono quelle che adesso muovono i tifosi. Si è visto sabato scorso in occasione dell’addio al calcio di Javier Zanetti, si vede anche oggi, in questa serata magica, per celebrare in un “semplice” triangolare una vittoria di quarant’anni fa. Inevitabile una risposta così calorosa all’appello di Pino Wilson e Giancarlo Oddi, colonne della difesa di quella Lazio eroica e principali organizzatori di questo evento. “Di Padre in Figlio”, proprio per far capire il filo conduttore biancoceleste che lega le diverse epoche rappresentate in campo dai tanti interpreti che hanno raccolto l’invito.