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Chissà se quel vescovo della Pennsylvania, passato alla storia attraverso la bocca di Pierre de Coubertin, immaginava che le sue parole sarebbero servite come stimolo in tutte quelle occasioni in cui, quando il fisico cede il passo, lo spirito non molla. È proprio questa l’aria che si respira in casa Lazio, ancora a secco di vittorie, ma motivata a non fare brutta figura.

<< La partita si è dimostrata più difficile di come pensavo – spiega il coach Cherubini - il Genova ha giocato una buona gara, mentre noi abbiamo sbagliato molto in attacco. Abbiamo fisico, velocità e volontà. Non lasciamoci condizionare dal risultato della partita, ma facciamo tesoro dei nostri errori per capire dove non dobbiamo più sbagliare. Il dato positivo e confortante è che possiamo soltanto fare meglio >>.

La squadra capitolina soffre ancora molto il pressing degli avversari e, nonostante il grande impegno dimostrato in partita ed in allenamento, i miglioramenti in difesa sono ancora troppo marginali e bisogna fare passi da gigante per essere competitivi. Non si può negare però che il più grande successo di questa squadra è quello di creare uno spazio che accoglie più di due volte a settimana giovani atleti e future promesse.

<< Non vorrei passare per ipocrita dicendo che l’importante è partecipare, perché a tutti piace vincere – precisa il presidente Paggi – però portare avanti un progetto sportivo coinvolgendo giovanissimi come Torquati ed Obino, tra le fila di una squadra in competizione nazionale, è per me motivo di grande soddisfazione >>

Un vivaio, quello della Lottomatica SS Lazio, che affonda le sue radici nel territorio della città di Roma, attingendo forze da persone vicine ai colori della squadra e al sentimento di solidarietà che la anima. Sicuramente un progetto in controtendenza con i classici stereotipi della squadra blasonata e strapagata. Lo sport è anche vita, per quelli che ci credono e lo amano, significa anche stare insieme e divertirsi e non solamente portare a casa i risultati.

Questa squadra non è stata fatta per vincere, ma per non mollare mai.

Articolo scritto da Damiano D’Ubaldo